2006    

 

 

         1 _ Blog Babel

 

Nazario Graziano, Nicola Micatrotta

11 marzo / 14 aprile 2006

Limiti inchiusi arte contemporanea, via Muricchio 1 - Campobasso

 

 

       2 _ Il tempo inferiore

 

Paolo Borrelli

28 aprile / 21 maggio 2006

Limiti inchiusi arte contemporanea, via Muricchio 1 - Campobasso

 

Quando pensiamo all’arte non possiamo non tener conto della capacità che essa ha sempre avuto nel produrre immagini che, nel corso dei secoli, ci hanno orientato verso una più semplice comprensione di quello che ci circonda nella vita di tutti i giorni, e soprattutto ci hanno consentito di dirigere lo sguardo altrove, dove forse non avremmo osato. In fondo l’arte, la scienza e la filosofia, sono gli strumenti di cui ci siamo muniti per sovvertire le certezze e le stagnazioni culturali che, se lasciate decantare, determinerebbero l’impossibilità d’individuare nuovi strumenti per leggere il “nostro tempo”. L’opera d’arte non è altro che il risultato di una schietta opposizione al nostro tendenziale procedere verso posizioni dedite alla pura e semplice “conservazione”. Essa indaga il tempo in cui viviamo: il “tempo condiviso”, dove partecipiamo con il nostro procedere al “tempo” degli altri, un luogo in cui i conflitti sono inevitabili, quasi sempre determinati dalle scelte che operiamo, che danno origine a nuove relazioni tra il nostro tempo e quello di chi ci circonda. L’arte – dice Heidegger – non ha storia, perché essa stessa è storia, nel senso che fonda la storia, è avvenimento, accadimento di ciò che le è più proprio”. “La comunicazione sarebbe la forma estrema di allontanamento dell’opera d’arte da se stessa, che è cominciato molto tempo prima, con la sua storicizzazione e museificazione”. (Mario Perniola, Contro la comunicazione, Einaudi, p. 43) Ma il tempo è anche un concetto di vissuto molto personale ed intimo, una sfera emozionale che ci accompagna fin dalla nascita. Spesso non lo riconosciamo in quanto tale, lo teniamo semplicemente ai margini del nostro essere coinvolti nel tempo condiviso. E’ una condizione cui facciamo caso solamente quando ci osserviamo vivere, un modo ed un sentire più complesso che svela una necessaria e personalissima vita interiore, fatta di esperienze sensoriali, di conflitti e catastrofi minime, al cui interno si dipanano tutte le contraddizioni del nostro rapporto con l’esterno ma anche e soprattutto con il nostro corpo ed il nostro essere presenti a noi stessi, oltre che con il flusso ininterrotto dei pensieri e delle sensazioni. Il “tempo inferiore” assume le sembianze di un particolare modo di “sentire” il proprio vivere, che agisce solo in apparenza su di uno stato emozionale limitato, ma che, invece, amplifica la comprensione e l’analisi del personalissimo rapporto con il “tempo condiviso”. Questa particolare condizione consente una visione chiara di quanto ci circonda. In questo ambito, inoltre, ci è permesso di cogliere la dimensione esatta dell’imbarbarimento delle relazioni umane, oltre all’inconsistenza di una critica inefficace nei confronti dei nostri anni, coinvolti in un’arrestabile degenerazione. L’arte è il luogo adatto, lo è sempre stato, per accogliere tutte le connessioni prodotte o anche solo immaginate dal proprio “sentire” la vita interiore, è lo strumento privilegiato (forse l’unico) per interpretare, fissandone i limiti: “questo tempo, questo particolare momento”. Opposto al tempo ed al modo della comunicazione. ”…che invece si sottrae a ogni determinazione, come se fosse la peste.” (la comunicazione) “…aspira a essere contemporaneamente una cosa, il suo contrario e tutto ciò che sta in mezzo tra i due opposti. E’ quindi totalitaria in una misura molto maggiore del totalitarismo politico tradizionale, perché comprende anche e soprattutto l’antitotalitarismo. E’ globale nel senso che include anche ciò che nega la globalità.” (Mario Perniola, Contro la comunicazione, Einaudi, p. 9). Il “tempo inferiore” è in definitiva la cartina al tornasole sulla quale vengono filtrate tutte le pratiche conflittuali ed emozionali che ci coinvolgono. E’ il luogo della consapevolezza, dell’essere protagonisti di una vita parallela, necessaria per intessere nuove relazioni con gli altri, per il nostro stare insieme in questo mondo e per continuare ancora ad avvertire un saldo legame con la natura e coglierne lo spaventoso grido di dolore. (P. Borrelli)

 

 

      3 _ Attraverso lo specchio

 

Emanuela de Notariis

7 luglio / 22 luglio 2006

a cura di Ilaria Gianni

Limiti inchiusi arte contemporanea, via Muricchio 1 - Campobasso

 

 

  3 _ what you see Is what you see

 

Paolo Borrelli, Fausto Colavecchia, Luigi Grandillo, Dante Gentile Lorusso, Nicola Micatrotta, Mauro Presutti

a cura di Luigi Pagliarini 

5 novembre / 5 dicembre 2006

Ecoteca - Pescara

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