Vis a Vis - Fuoriluogo 16 / 2013
Artists in Residence Project

Oratino: artisti in residenza

 

Barbara Esposito (Italia) - Morwenna Kearsley (Scozia) - Martin Elden (Sudafrica)

a cura di: Silvia Valente

20 ottobre 2013 / 31 dicembre 2013 
Patrocinio: Provincia di Campobasso - Comune di Oratino (CB)
gruppo di lavoro: Paolo Borrelli, Fausto Colavecchia, Dante Gentile Lorusso
collaborazioni: ARATRO - Università degli Studi del Molise / Club UNESCO - Campobasso

 

Oratino,Ohio / 2013
Digital Video

Oratino,Ohio was made in collaboration with artist Martin Elden during a residencey organised by Limiti Inchiusi, Italy.

Inspired by Oratino’s history of migration in the 20th Century to countries such as America, Canada and Argentina, the film is entitled Oratino, Ohio. The film attempts to explore themes of duality, dislocation and separation through cinematic tension. Black & white shots of Oratino are interspersed with audio from American baseball, excerpts from letters and abstract sound recordings. 
Filmed on location in Oratino, Italy.

 

vai al video:

ORATINO-OHIO

 

 


Fuoriluogo e il dovere della prossimità
di Paolo Borrelli
Il 2013 è stato un anno importante per Limiti inchiusi arte contemporanea, l’associazione, infatti, si è lasciata alle spalle un percorso fecondo di attività espositiva che ha visto lungo gli undici anni di programmazione nel capoluogo molisano la presenza di oltre trecento artisti nazionali e internazionali. La galleria omonima chiuderà i battenti il 31 dicembre 2013, l’attività progettuale, espositiva e di organizzazione di eventi invece continuerà il suo percorso intrapreso fin dagli esordi del 1994, dunque festeggerà l’anno prossimo il ventennale di un cammino che ha condotto i protagonisti del sodalizio a una riflessione sull’esigenza di ulteriore radicamento delle politiche culturali messe in campo nei confronti dei territori molisani e delle popolazioni che lo abitano.
Dal 2012 è stata inaugurata una nuova stagione che rappresenta una svolta per gli indirizzi programmatici dell’associazione, si è proposto di spostare l’attenzione, per quanto ancora possibile, verso i piccoli borghi e i loro abitanti rappresentanti l’ossatura della struttura culturale della regione. Con Vis a Vis – Artists in Residence Project, quest’anno alla seconda edizione, si è pensato fosse importante far coincidere nello stesso progetto l’esperienza storica del Fuoriluogo che segna quest’anno il traguardo della sedicesima edizione. Le residenze d’artista saranno dunque utilizzate d’ora in poi come ulteriore strumento per raccontare in modo ravvicinato le peculiarità e le criticità (sociali, storico-artistiche e tradizionali) delle popolazioni molisane. Racconti che saranno narrati e rappresentati da artisti provenienti da tutto il mondo come ben evidenziato dalle figure selezionate per questa edizione nel Comune di Oratino. Le presenze degli artisti Morwenna Kearsley (Scozia), di Martin Elden (Sudafrica) e di Barbara Esposito (Italia) danno la chiara dimensione delle linee programmatiche intraprese. Questi artisti nel tempo di circa un mese hanno osservato, vivendoli da vicino, i tempi di vita e gli elementi fondativi della struttura culturale del piccolo borgo molisano. Hanno realizzato le loro opere insieme agli abitanti e con il loro aiuto sono entrati in contatto con le sensibili peculiarità del tessuto identitario della cittadinanza.
Una strategia utile per creare le condizioni di avvicinamento dell’arte alle persone, cosa che è spesso vissuta con sospetto. La fatica quotidiana e la presenza costante di tutti i giorni, la complicità e l’ascolto delle persone che vivono le realtà periferiche rendono il ruolo dell’artista parte integrante di un percorso di condivisione con gli abitanti, evidenziando inoltre l’importanza dei ruoli naturali e delle competenze specifiche, condizioni imprescindibili per una lettura senza filtri delle caratteristiche delle genti di una comunità e di alcune delle loro potenzialità inespresse.
Oratino, a soli otto chilometri da Campobasso, è terreno fertile per le indagini artistiche, la sua storia e l’arte prodotta dalle sue botteghe artistiche eartigiane fiorenti nei suoi vicoli fin dalla fine del Cinquecento determinano negli abitanti di oggi la capacità, solo in apparenza inconsapevole, di rinnovarsi nell’attenzione e nel rispetto nei confronti del lavoro e della ricerca condotta dagli artisti in residenza. La consapevolezza del suo ricco patrimonio di testimonianze, di opere e manufatti di sapienti artisti e artigiani del passato riproduce un clima propizio attorno al lavoro discreto degli artisti contemporanei.

Sulla stessa lunghezza d’onda e forse con più audace penetrazione nelle vite degli abitanti del piccolo borgo abbiamo immaginato la nascita del Museo Domestico di Oratino, non un contenitore tradizionale dove conservare le opere di una collezione, bensì un Museo vivo e partecipato dalle persone. La collezione di opere d’arte raccolte dall’associazione Limiti inchiusi sarà, infatti, donata al Comune di Oratino che, attraverso un bando pubblico, la consegnerà in affidamento alle famiglie della comunità oratinese che ne faranno richiesta. I lavori donati dagli artisti saranno custoditi all’interno delle case dei cittadini e sulle facciate delle stesse, su piccole e discrete tabelle, sarà riportato il nome dell’autore e il titolo dell’opera presente all’interno dell’abitazione. Si realizza in questo modo un vero e proprio ribaltamento del concetto di museo e per di più a costo zero.
La forza dell’idea è da individuare nella partecipazione spontanea delle persone e delle famiglie che ospiteranno le opere che saranno i veri custodi della Collezione d’Arte Contemporanea, avendo in più l’opportunità di relazionarsi, di volta in volta, con le persone che vorranno visitarla. Aprire la porta di casa è un gesto di accoglienza e di ospitalità, in questo caso assume anche la valenza della condivisione di un progetto culturale che si è contribuito a realizzare in prima persona ricambiando il dono dell’artista con l’utilizzo di una piccola parte del proprio vissuto quotidiano. Si parte con un nucleo di diciannove opere donate da altrettanti artisti provenienti da tutto il territorio nazionale e oltre, amici che hanno colto l’importanza del progetto e hanno aderito con entusiasmo e l’intento generoso di renderlo possibile. Un ottimo inizio per una nuova e più naturale fruizione dell’arte contemporanea e delle possibilità che essa mette a disposizione. Uno dei ruoli dell’arte oggi, crediamo, è quello di mettere in discussione l’autoreferenzialità celebrativa dei riti espositivi, con in più il dovere della prossimità al vissuto quotidiano delle piccole realtà e comunità per troppo tempo ignorate e pur così prolifiche di civiltà nel passato. Una strada scomoda, forse, lontana dai riflettori delle inaugurazioni, dai contesti esuberanti della dimensione encomiastica e presenzialista dei rituali dell’arte e del suo decadente sistema ma autentica e rivelatrice di nuove potenzialità espressive.

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